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Anello di Ceranesi

Uploaded by Cesco87 on Aug 26, 2012
Region: Italy

Route type: Other
Total climb: 3,690.94 ft
Distance: 24.36km, 15.14 miles.   (13)

About trip

Dal centro dell’abitato della Gaiazza (m. 310 slm), parte il percorso verde realizzato dal Comune di Ceranesi sul tracciato dell’ex Guidovia della Madonna della Guardia. Il percorso è introdotto da un “vistoso” portale in ferro e dalla caratteristica riproduzione di un vagone d’epoca adibito a pensilina ed allestito con alcuni pannelli illustrativi sullo storico e caratteristico trenino. Eccezionale gita di stagione, ad esempio per raccogliere castagne, è un percorso praticabile tutto l’anno. La salita, adatta a tutti, non presenta strappi e con pendenza costante (6.5% circa), si sviluppa per 7 km. su fondo ottimo. Mai faticosa, la salita è “integrata” da un percorso ginnico completo di attrezzi, panchine, tavoli per la sosta e, nei punti panoramici, da pannelli con foto panoramiche esplicative delle vallate adiacenti. Percorsi nel bosco i primi 500 metri circa, tagliamo l’asfaltata [1] e, con una seconda sezione di sterrato tra orti e prati, lunga circa 600 metri, arriviamo in località Sareto (m. 400 slm). Un rettilineo piano ed asfaltato di circa 500 metri (Via Sareto), ci porta ad uno slargo sterrato con panche, tavoli ed altalene, detto località “pilastrino” per via di un pilastro che segnala, a sinistra, la partenza del sentiero F.I.E. (due bolli rossi) per il Santuario della Madonna della Guardia. Proseguiamo diritti [2] sulla sterrata in direzione di una sbarra bianca e nera dove inizia il percorso ginnico (composto da 13 stazioni). Ricominciamo a salire tenendo sempre la pista della guidovia, che oltrepassa, in successione, la galleria Arpexella (m. 610 slm), di circa 50 metri, e la galleria Cà Bianca (m. 665 slm). Tra le due gallerie, si può scorgere un tratto sospeso del vecchio tracciato della guidovia (pannelli esplicativi sull’uso dei primi conglomerati cementizi). Dopo circa un chilometro arriviamo all’arioso Poggio dell’Incisa (m. 740 slm) da dove si può ammirare una suggestiva veduta del Santuario. In breve, giungiamo all’incrocio con la strada provinciale che sale da Bolzaneto (m. 770 slm). Giriamo quindi a sinistra [3] per gli ultimi, terribili, 450 metri finali su pavè (con pendenza al 16%) e raggiungiamo il Santuario posto a quota 805 metri s.l.m. Sotto il porticato della Basilica è sempre aperta la “sala del pellegrino”: locale riscaldato con servizi e tavoli che, specie nella stagione invernale, rivela tutta la sua utilità. Dopo l’obbligatoria firma sul registro della Galleria ex-voto del Santuario e la doverosa prece, riprendiamo il nostro cammino. Dalla fontana con targa chilometrica, posta poco sotto il piazzale, prendiamo il sentiero tecnico che scende a destra [4] e, dopo 300 metri, al Poggio dell’Incisa, intersechiamo la via percorsa precedentemente in salita. Proseguiamo diritti (il sentiero scende proprio di fronte a quello appena percorso), su gradoni molto tecnici, per altri 100 metri e raggiungiamo i resti della vecchia strada asfaltata nei pressi della Trattoria del Bossaro (m. 657 slm). Superata la trattoria si giunge ad uno slargo, sulla destra, identificato da un segnale di divieto di circolazione. Scendiamo a destra [5] nel bosco per sentiero e per ciò che rimane di una vecchia asfaltata per circa 100 metri, fino ad incrociare una sterrata che, se imboccata verso destra, ci riporta, chiudendo un divertente percorso ad anello, sul percorso della “ex-guidovia” mentre, a sinistra [6], ci consente di raggiungere, in circa 500 metri, l’abitato di Lencisa (m. 568 slm). A questo punto la nostra prossima meta è Rocca Maia. Tre le possibilità per raggiungerla [7]: - scendendo, a destra per 1,5 km., lungo l’asfaltata in direzione Campomorone, e svoltando quindi a sinistra, in località Cà Bruzzi (m. 525 slm), per immettersi su di un’ottima sterrata che, in circa 1 km, conduce a Rocca Maia; [ATTENZIONE! Percorso in alcuni tratti pericolosi a causa dell’esposizione! In alternativa percorrere le varianti 1) e 3) - vd. mappa] molto stretto ma con fondo buono, dopo di ché inizia a scendere salendo diritti accanto all’“Osteria Bicci” (segnavia triangolo rosso). Per circa 700 metri (fondo impraticabile), la bici va condotta a mano o portata a spalla, finché non si raggiunge un passaggio a “finestra” che adduce, tra due sponde rocciose, ad un ottimo e panoramico sentiero che taglia la montagna sottocosta per 650 metri e scende al cospetto della Rocca; - scendendo a sinistra sull’asfaltata per San Carlo di Cese, svoltando, dopo 400 metri, a destra, in sterrato, in via Vaccarezza superiore (m.471 slm). Continuando per 1km. si individua, a destra, una traccia di sentiero tra l’erba (cartello arrugginito e piastre in cemento a copertura della cunetta per l’acqua). Su fondo molto buono, ma non sempre pedalabile a causa della pendenza, in circa 700m. si raggiungono le postazioni di caccia poste proprio sotto la cappelletta/riparo di Rocca Maia. - Il percorso numero 2) costringe a spingere e a portare a spalle la bici, oltre a percorrere un tratto un po’ esposto, ma ripaga con una bella visuale sulla Rocca Maia e la Val Varenna. Sembra quasi impossibile, ma ci troviamo in un luogo “incantato” nonostante la vicinanza, pochi chilometri in linea d’aria, a Scarpino (discarica) e da Multedo (porto petroli)! Proprio da Rocca Maia (m. 668 slm) [8], riparte la nostra avventura su di un fondo, ora buono ora sassoso e tecnico, che alterna segmenti meno pendenti a veri e propri muri da fare in apnea, resi un poco “abbordabili” da tratti di fondo in cemento. 1.300 metri di passione, ci portano finalmente a perdere pendenza in prossimità della costa dalla quale si apre una bellissima visuale su Punta Martin e sulla Val Varenna. Un altro chilometro ancora e si raggiunge Monte Proratado (m. 926 slm). Qui incrociamo l’Alta Via dei Monti Liguri che arriva dalla strada provinciale di Praglia. Svoltiamo a sinistra [9] e seguiamo l’Alta Via, su di una sterrata larga ed in buone condizioni, per 3,5 km, fino all’altopiano del Monte Pennello (m. 995 slm). Dopo una sosta ristoratrice (ce n’è bisogno!), ritorniamo al Monte Proratado percorrendo a ritroso la stessa strada. A Monte Proratado giriamo a sinistra [10] in secca discesa e in 2,200 km siamo ad incrociare la Provinciale dei Piani di Praglia. Scendiamo a destra [11], con veloce ed ingaggiante susseguirsi di tornanti, per 9 km. fino all’abitato del Pontasso (m. 150 slm). Qui giriamo a destra [12] al cartello indicante “Gaiazza” su di una salita un poco sostenuta che in 2 km ci riporta al punto di partenza ed alla meritata focaccia dell’Osteria “Luigina”! Note [n] bivio indicato in cartografia. Il “tour” termina in salita, e per giunta su asfalto. Ciò può apparire quantomeno inconsueto ma occorre tenere presente che, ad inizio percorso, si sarebbe dovuto salire inevitabilmente alla Gaiazza. Tra le due possibilità, gli autori ritengono che sia meglio affrontare il tratto iniziale dell’itinerario (il bellissimo percorso verde della ex-guidovia) più riposati e terminare l’anello, magari col fiatone, consolandosi con l’insuperabile focaccia dell’Osteria “Luigina” (vd. foto). Eventuali varianti di percorso Al fine di evitare l’utilizzo dell’auto privata, si può percorrere l’anello partendo dalle stazioni FS di Bolzaneto o di San Quirico, in Valpolcevera. Da S. Quirico, si segue lo stesso percorso di avvicinamento suggerito per l’auto: in circa mezz’ora si giunge a Gaiazza lungo la strada, ora asfaltata, che ripercorre il tracciato dell’Ex-guidovia nel tratto San Quirico - Gaiazza. Al ritorno si può proseguire, saltando la svolta [12], per Campomorone e Pontedecimo, a seguire, dove si trova la stazione ferroviaria.

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